Classe 1989, laurea nel 2016, all'attivo esperienze di studio e intership in Germania e Sudamerica. Abilitata nel 2019 , da allora vivo e lavoro in Sicilia, nella bella Palermo. Fin da piccola ero interessata alle forme della natura, alla struttura dei fiori e delle piante, a come "funzionano", a come si incastrano le cose e a cosa nascondono sotto la superficie. Ho frequentato il liceo classico e mi sono appassionata all' arte ed alla Street Art. Desiderando fare qualcosa di concreto, mi iscrivo ad architettura e nel tempo libero mi diletto in grafica e calligrafia. Al terzo anno di università mi appassiono irrimediabilmente alla progettazione architettonica: mi rendo conto di essere esattamente dove dovevo essere. Cominciano le trasferte all'estero, lo studio delle lingue, assorbo il modo di progettare dei colleghi tedeschi e cileni. Dopo l'università, ho fatto tanta gavetta presso gli studi di architettura, ho collaborato con imprese edili come progettista e oggi posso tranquillamente dire, al netto delle esperienze sempre nuove, è che se c'è una cosa che so fare è progettare nell'edilizia.


-Blog-

Il progetto nasce dalla carta

Febbraio 2020

Attraverso righe, squadre, matite, colori e penne a china, il progettista familiarizza con le misure del progetto.

Si stabilisce che in un centimetro sulla squadra rappresenta un metro nella vita reale, e lo immagina in funzione di quali attività può ospitare. Dopo aver misurato tante volte gli spazi a disposizione, dopo aver completato più ipotesi su come articolare gli spazi, andrà nel dettaglio con lo strumento che ritiene opportuno. Potrebbe volerci ancora un piccolo plastico di studio, oppure passare direttamente al disegno automatico, ma è sempre meglio tenere i disegni su carta sotto mano.

Architettura in Pillole #1

Marzo 2020

Gli strumenti dell'Architetto.

A progettare si impara, ecco quindi un modo semplice e veloce per comprendere uno dei tanti strumenti con cui lavora l'architetto: trattasi del rapporto tra spazio e materia, o tra "pieno" e "vuoto"

L' esercizio consiste nel disegnare due piccole planimetrie: nella prima campiremo in nero tutto ciò che è materia e lascerò in bianco i vuoti; nella seconda planimetria faremo l'opposto: i vuoti saranno neri e i pieni in bianco. Va benissimo una planimetria inventata o trovata su internet.

L'esercizio ci porterà subito a chiederci: cosa consideriamo pieno? Cosa consideriamo vuoto? E perchè?

La domanda stessa chiarisce che non si tratta di un procedimento meccanico fine a se stesso, bensì un mezzo per individuare i sistemi spaziali e gli elementi che saranno poi considerati nel progetto, in altre parole stabiliamo di cosa sarà composto il progetto dal punto di vista spaziale e materico.

È un metodo che funziona indistintamente nel progetto e nel rilievo dell'architettura, e ci porterà a notare che non esiste una distinzione tra le due fasi, infatti nel modo in cui ci approcciamo al rilievo è già presente in nuce quello che sarà il progetto, perchè il linguaggio grafico dei due è lo stesso. In pratica stiamo trovando il modo di interpretare lo spazio esistente, vedendo trasversalmente la configurazione futura.

#andràtuttobene

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